La ricerca è stata diretta da: Giancarlo Milanesi e coordinata da Cristiano Di Francia
Questo volume contiene i risultati di una ricerca sui bisogni delle famiglie e costruisce un secondo significativo tassello di un progetto mirante alla creazione di un organico osservatorio sui bisogni sociali.
La prima parte da conto degli obiettivi e dei risultati di una survey multiscopo sulle famiglie, approfondendo aspetti riguardanti i loro compiti, le loro funzioni, i loro bisogni in ordine ai problemi abitativi, educativi, di reddito, di lavoro, della salute, della mobilità dei propri componenti.
La seconda parte si è proposta di valicare strumenti conoscitivi finalizzato a immagini di tipo sostanzialmente qualitativo e ad elaborare schemi interpretativi dei processi di affrontamento dei bisogni sociali da parte di alcune tipologie di famiglie “a rischio”.
La società italiana ha conosciuto nell’ultimo decennio profonde ed accelerate trasformazioni nelle sue istituzioni sociali, continuando a presentare le caratteristiche proprie di una società complessa e priva di certezza.
Nel mondo del lavoro, ad esempio, emerge un doppio disagio: da una parte il lavoro è diventato una risorsa scarsa per i giovani; dall’altra esiste un “gap” un distacco notevole tra le aspettative ed i bisogni soggettivi del giovane e le concrete opportunità offerte da un mercato del lavoro sostanzialmente rigido.
All’interno del sistema formativo, poi, i mutamenti avvenuti e talune carenze organizzativo strutturali determinano l’impoverimento dei contenuti educativi ed il progressivo distacco della cultura scolastica dai problemi della società, mentre avanza con forza la richiesta sempre più lucida di una scuola che, capace di professionalizzare davvero, eviti così successive forme di disagio. Si sollecitano insomma forme di approfondimento più collegate e coerenti con la preparazione al futuro lavoro e finalizzate ad un inserimento reale nel mondo produttivo.
Anche il sistema familiare ha manifestato una serie di sviluppi problematici: contrazione delle dimensioni medie del nucleo familiare; forte decremento della natalità; allargamento dello stato di famiglie ai limiti della povertà relativa, a fronte di un aumento complessivo dei livelli di consumo; progressivo impoverimento di funzioni e di ruoli.
Le mutazioni strutturali appena accennate hanno fatto perdere alla famiglia il monopolio della sua funzione socializzante, mentre sono accentuati al suo interno gli spazi e gli aspetti privatizzanti di tipo affettivo-espressivi e consumistici.
Come segnala l’ultimo rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, appare ampiamente verificato che in tutti i moderni sistemi di welfare – indipendentemente dal loro livello di estensione e di realizzazione – il ruolo di intermediazione assolto dalle famiglie (ed in particolare dalle donne) è essenziale per far sì che i servizi diventino concretamente fruibili da parte dei singoli.
Particolarmente là dove il welfare si è rilevato carente è emerso abbastanza chiaramente il sovraccarico assistenziale delle famiglia, prodotto, oltre che dalle disfunzioni dell’offerta, dalla complessità del quadro dei bisogni di natura socio sanitaria; dalle aspettative di una più elevata qualità della vita, che pongono la famiglia nel difficile ruolo di filtro rispetto alla sfera dei consumi; dalla espansione delle funzioni di natura organizzativa e burocratica necessarie per accedere alle diverse dimensioni del welfare: scuola, assistenza, sanità, ecc.
Nel più ampio quadro di una società complessa, con la presente indagine si ritorna ancora una volta ad approfondire lo spaccato del sistema familiare che, nonostante il disinteresse, i pregiudizi e perfino l’indifferenza culturale da cui è insidiato resta il punto di riferimento prioritario su cui insistere per ogni azione di prevenzione e di recupero e per l’espressione vitale dell’individuo nella società. Pur in presenza di profondi cambiamenti antropologici e sociali, di crescenti difficoltà e financo di pericolose disgregazioni, la famiglia resta, infatti, la cellula di base e il caposaldo della nostra struttura sociale ed economica. E in quanto tale è auspicabile che sia valutata e favorita quale nucleo primigenio aperto a più naturali rapporti sociali, nel rifiuto netto di un certo familismo deteriore e chiuso nell’orizzonte degli egoismi personali.
I più rilevanti problemi che la nostra società deve affrontare coinvolgono quasi sempre la famiglia. Pensiamo alla realtà della tossicodipendenza, che vede tante famiglie addirittura devastate dal fatto di avere al proprio interno i figli che si drogano; al problema degli anziani, che soprattutto quando non sono in condizioni di autosufficienza, costringono l’intero nucleo familiare a sopportare importanti disagi; alle esigenze degli handicappati, dei malati gravi, ecc. Per non parlare delle preoccupazioni che percorrono le famiglie di fronte all’occupazione dei figli e nel momento in cui essi ricercano un lavoro per inserirsi nella vita attiva.
Nella logica di questa linea di pensiero, attenti all’assoluta importanza del sistema familiare nonostante le spinte disgregative e gli elementi evolutivi (spesso contraddittori) che ne modificano i ruoli e la collocazione nel quadro complessivo delle istituzioni sociali, abbiamo inteso dedicare al tema una ulteriore e specifica ricerca, all’interno di un “Osservatorio Nazionale dei bisogni sociali” al quale la Direzione generale dei Servizi Civili del Ministero dell’Interno di è da tempo dedicata, avvalendosi della collaborazione del Labos.
In proposito è stato già pubblicato un primo contributo dedicato all’ “architettura” dell’Osservatorio, partendo dalla messa a fuoco del concetto di bisogno sociale.
Questo volume contiene, invece, i risultati di uno studio sui bisogni delle famiglie e costituisce un secondo, significativo tassello del progetto mirante alla costruzione dell’Osservatorio.
La prima parte da conto degli obiettivi e dei risultati di un’indagine sulle famiglie diretta ad approfondire gli aspetti riguardanti i loro compiti, le loro funzioni, e i loro bisogni abitativi, educativi, di reddito, di salute e di mobilità. L’indagine porta l’attenzione degli studiosi, dei politici, degli operatori sociali e dei cittadini sui bisogni delle famiglie normali, prestando in tal modo attenzione ai bisogni della parte più numerosa del corpo sociale che, di fatto, determina la condizione della normalità nella convivenza civile. La seconda parte si è proposta, per contro, di elaborare schemi interpretativi dei processi attraverso i quali alcune tipologie di famiglie “a rischio” possano fronteggiare i bisogni. (…)
Al di là di un approccio forse eccessivamente arido, non sempre immediatamente comprensibile, condotto con i metodi rigorosi dell’osservazione scientifica, l’impegno sostanziale della ricerca è stato quello di rilevare la tipologia analitica degli stati di bisogno che interessano la famiglia e i singoli soggetti; di verificare le strategie per fronteggiare le situazioni di mancata o, comunque, carente soddisfazione del bisogno attraverso il ricorso ad agenzie istituzionali o strutture informali.
Rinnovando infatti la condizione che la famiglia resta insostituibile nel mondo vitale, un grande centro degli affetti e della relazionalità, va ribadita la necessità che sul versante istituzionale si operi in modo coerente per attivare politiche idonee sostenerla e a promuoverne le valenze migliori.
Nicola Mancino
Ministro dell’Interno